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Forum › PALAMITO O COFFA FILACCIONI › COSTRUZIONE PALAMITO suggerimenti e consigli
Vorrei costruire uno o più palamiti da 20/25 ami con girella montata sulla lenza madre e braccioli da inserire in fase di calata con aggancio rapido. Sui vari forum e articoli presenti in rete evidenzio i seguenti:
Palamito leggero per impiego a galla non ancorato
Lenza madre in nylon da 100 mm
Braccioli in nylon da 0,35 – lunghezza 1 mt – distanza 5 metri
Ami Normali da n. 8 a n. 2 – Punta incurvata n. 1/0
Piombo sotto il galleggiante da 100/grammi della prima estremità (la seconda è ancorata alla barca in scarroccio)
Palamito leggero per impiego a galla ancorato
Lenza madre in nylon da 70 mm
Braccioli in nylon da 0,40 – lunghezza braccioli 50/70 cm. – distanza 5 metri
Ami Punta incurvata da n. 2 a 4
Pesi alle due estremità da 1 KG
Palmito leggero per impiego a fondo
Lenza madre cordino da 3 mm
Braccioli in nylon da 0,30 – lunghezza 100 cm. – distanza 5 metri
Gambo lungo da n. 12 a n. 4 – Punta incurvata n. 1/0
Palamito medio per impiego a fondo
Lenza madre cordino da 3 mm
braccioli nylon 0,50/0,70 lunghi da 1 a 1,5/2 metri
Ami punta incurvata da n. 2 a 4
Palamito pesante di profondita’
Lenza madre cordino 4/6 mm
braccioli nylon 1/1,50 mm – lunghezza 20/40 cm – distanza 3/5 metri
Ami Gambo lungo da 4/0 a 8/010/0
Come si può vedere da quanto descritto e ricavato da internet, per gli ami vengono indicate delle misure massime e minime. Come si fà ad armare il palamito con quello giusto?
Con riferimento a quelli di profondità come si individua la profondità giusta?
Con riferimento a quelli a galla ho letto che per quello ancorato alla barca lo stesso pesca in superficie, mentre quello ancorato pesca a 5 metri dalla superficie.
C'è qualcuno che mi aiuta a fare i miei primi passi in argomento
Grazie
personalmente ho sempre utilizzato palamiti con braccioli fissi al trave, in attesa di altri interventi da chi magari utilizza il sistema di tuo interesse comincio rispondendo per come mi sono sempre comportato io, magari sbagliando,
per la scelta dell'amo ho ragionato sempre partendo dalla preda alla quale miravo, all'esca dedicata che doveva celare l'amo e di conseguenza studiandone il comportamento, come ad esempio, dove vive, profondità e tipologia di fondale, caratteristiche morfologiche, di cosa si nutre, in poche parole la sua scheda tecnica dettagliata, oggi con internet non è più un problema,
queste informazioni mi hanno fatto scegliere amo, esca, profondità e tipologia di fondale, naturalmente per quanto possa essere selettivo il palamito pesca contemporaneamente più specie ittiche diverse, mi spiego meglio, quando armamo il palamito per pescare qualche nasello, utilizzavo trave in cordoncino del diamentro compreso tra 1,5-1,8 e 2,2 circa di spessore, braccioli 0,70 e 0,90, in funzione della profondità, come amo sempre il mustad serie 2315 numero 6 o 7, innescavo con sarda intera e oltre al nasello ricordo nelle numerose uscite, gallinella, musdea, scorfano di fondale, cernia (dotto), pesce castagna, sciabola, occhione, squaletti, gronchi, a seconda della stagione
per i palamiti dedicati alla mormora, per fare un'altro esempio, trave in nylon dello 0,70 braccioli 0,35, amo mustad serie 2315 non ricordo bene le misure, e da un po di tempo che non calo, comunque compresi tra il 15 e 18 escati con striscioline di calamaro, spesso decongelato o di bibi disidratato, abboccavano anche gallinelle, sarago sparlotto, spigola, tracina e altri ancora, la profondità andava da pochi metri a circa venti, fondale sabbioso
poi il medesimo lo potevo calare anche su misto, ne variavo l'assetto con l'aggiunta di qualche natello e peso ogni tot. braccioli trasformandolo da palamito di fondo a palamito a mazzerina, per la ricerca più specifica di saraghi, orate, spigole, si può escare con esche ancora più specifiche e selettive
quindi personalmente la scelta dell'amo e della profondità l'ho sempre fatta in funzione di quanto detto sopra, poi sarà l'esperienza personale fatta sul campo che ci porterà a fare le giuste modifiche, quindi come consiglio, non essendo a conoscenza di qualche tabella che regola la scelta dell'amo e fondale, ti dico di partire concentrandoti dal pesce di tuo maggiore interesse e poi cerca tutte le altre informazioni, vedrai che tutto diventerà spontaneo
questo assetto credo sia molto variabile, dipende molto dalla presenza della corrente e vento, se l'imbarcazione o il palamito ancorato, sono sottoposti a scarroccio e/o deriva, dalla lunghezza dei braccioli, peso dell'esca, il tutto si può anche cercare di modificare aggiungendo qualche natello ogni tot. braccioli se dovesse scendere più del dovuto se si ricercano ad esempio sugarelli, occhiata, boghe
Innanzitutto grazie per l’aiuto, passando al resto, quanto ai braccioli fissi legati al trave rispetto alla mia idea di girella sulla lenza madre e braccioli con aggancio rapido, ciò deriva dal terrore (esperienza vissuta) di imparruccamento.
Quanto agli ami, come giustamente dici, il palamito pesca contemporaneamente più specie ittiche diverse. Quindi da neofita sulla base del pescato devo diventare più selettivo. Mi spiego meglio, io dovrei iniziare la pesca (barca a mare) dal prossimo maggio a settembre sul litorale ionico (golfo di aranto) compreso fra Castellaneta Marina e Policoro, quanto ai fondali che io sappia sono prevalentemente sabbiosi e in merito alla fauna ittica presente, personalmente (ma la mia visione per mia ignoranza è molto limitata) ho visto pescare tonnetti, aguglie, occhiobello (credo si chiami cosi’) e tracine, ma sicuramente c’è dell’altro.
Tra le ipotesi di costruzione da me postate ho letto che il palamito a galla non ancorato pesca in superficie mentre sempre quello a galla ancorato, va posizionato a cinque metri dalla superficie, lo stesso per quello di profondità: completamente disteso sul fondo o ad una altezza pari a quella dei braccioli.
Abusando della tua gentilezza, sulla base di quanto esposto, quale/quali palamiti costruiresti
Ciao e grazie
se si è alla prime esperienze il terrore è quello di non riuscire a domare le spire nel riporlo nella coffa, quando andremo a salpare il nostro palamito, in particolare modo se anche il trave è costituito da nylon, ma cominciando con 20/25 ami come hai intenzione è ideale per iniziare a fare esperienza divertendosi, poi potrai aggiungerne qualcuno
non dico che non sia una buona idea, l'utilizzo delle girelle e braccioli a sgancio rapido, e solo che non ne ho mai fatto uso, per cui non sono in grado di fare un paragone tra i due sistemi, il palamito si può ingarbugliare per vari motivi, alcuni esempi:
in fase di calata abbiamo una corrente marina contraria, di conseguenza accorcia molto la distanza tra i braccioli i quali facilmente si prenderanno andando verso il fondo, il risultato a bordo sarà pari a un piatto di spaghetti,
calato imbando, per esempio quando si effettua una virata per variare direzione, il pesce ha la forza dopo aver abboccato di trascinare il trave, formando un doppino che può essere lungo diversi metri, infatti quando arriverà a bordo il doppino è quasi scontato che alla fine troveremo uno o più pesci, questo imbroglio si risolve raccogliendolo a spire strette in una mano e posizionandolo sulla mangiatoia e non nella coffa, sull'amo vicino con un mezzo collo, una volta che abbiamo terminato di salpare l'intero palamito provvederemo a separare gli ami tagliando vicino alla paletta, poi aprendo il doppino sostituiremo i braccioli, se si è più avanti con l'esperienza si raccoglie nuovamente in una mano, si fa un mezzo collo alla base del doppino su l'amo che lo precede, in fase di calata si apre il doppino e si innescano gli ami direttamente calando, oppure si risolve passando il palamito, comodamente a casa, da una coffa ad un'altra, ho in mente di fare degli esempi fotografici per farmi meglio comprendere
in fase di calata, mentre raggiunge il fondale, le nostre esche sono prese d'assalto dai pesci sciabola, abboccando tirano in direzioni diverse aggrovigliando il palamito, a me è capitato diverse volte, questi pesci oltre a formare vari grovigli riescono spesso anche a prenderlo tra la bocca tranciandolo
quindi, sempre secondo me, in questi casi anche avendo le girelle poco possono fare per evitare grovigli, possono tornare utili nello scaricare le torsioni che potrebbe trasmettere l'esca al bracciolo nella discesa, ammesso che il bracciolo non abbia formato un mezzo collo con il trave rendendo inefficace la girella,
comunque avendo una coffa vuota qualsiasi imbroglio si risolve passando il palamito da una coffa all'altra, tagliando i bracciloli e recuperando gli ami
tornerò sull'argomento rispondendo alle successive tue domande
Pensavo di evitare gli ingarbugli in fase di calata cominciando la stessa assicurando alla lenza madre un galleggiante con poco piombo (diciamo per esempio 150 gr) distendendo lo stesso andando avanti con la barca; una volta finito e assicurato il tutto ad un peso maggiore 1/1,5 KG torno indietro con la barca e assicuro l’altra estremità ad un peso identico. Direi che in questo modo eviterei ingarbugli da doppino causati dall’abbocco di un pesce (penso).
Tuttavia il problema è risolto al 50% perché in fase di salpata, metti che mi accorgo che ha abboccato un pesce al 15° bracciolo, olra che tolgo i primi 14 braccioli non credo che il pesce aspetti!!!
In ordine al resto, e come giustamente dici, il palamito pesca contemporaneamente più specie ittiche diverse. Quindi da neofita sulla base del pescato devo diventare più selettivo. Mi spiego meglio, io dovrei iniziare la pesca (barca a mare) dal prossimo maggio a settembre sul litorale ionico (golfo di aranto) compreso fra Castellaneta Marina e Policoro, quanto ai fondali che io sappia sono prevalentemente sabbiosi e in merito alla fauna ittica presente, personalmente (ma la mia visione per mia ignoranza è molto limitata) ho visto pescare tonnetti, aguglie, occhiobello (credo si chiami cosi’) e tracine, ma sicuramente c’è dell’altro.
Detto ciò propenderei per la costruzione di due palamiti
Palamito leggero per impiego a galla ancorato
Lenza madre in nylon da 70 mm
Braccioli in nylon da 0,40 – lunghezza braccioli 70 cm. – distanza 5 metri
Ami Punta incurvata da n. 4
Pesi alle due estremità da 1 KG
Palamito medio per impiego a fondo
Lenza madre cordino da 3 mm
braccioli nylon 0,50/0,70 lunghi 2 metri– distanza 5 metri
Ami punta incurvata n. 4
Pesi alle due estremità da 1 KG
A tuo avviso e sulla base della tua esperienza la mia teoria è più o meno corretta
Ciao e grazie ancora
riguardo il palamito di superfice, che io sappia, non vincolato al fondale, si muove trasportato dalla corrente, se presente, e pescherà più o meno in superfice tanto quanto più forte sarà la sua velocità, restando sul luogo potrai valutarne la velocità di spostamento e aggiungere dei galleggianti nella parte intermedia, in presenza di una corrente debole, se il tuo palamito da 25 ami fosse armato a una distanza di 5 metri, tra un bracciolo e l'altro, avremo 125 metri più l'aggiunta di pochi metri alle estremità, se tra inizio e fine non avrà un galleggiante o più di uno che lo sosterrà potrebbe scendere nella parte centrale sino a toccare il fondo, la stessa cosa accade per quello ancorato, pur restando fermo ai lati nella parte intermedia non cambia molto, questo sempre secondo me,
il palamito una volta costruito è lo stesso per entrambe le soluzioni, si può utilizzare da posta o derivante, differenza tra i due sistemi consiste nel fatto che quello libero di essere trasportato dalla corrente ha molte più possibilità di cattura
personalmente preferisco quelli di fondo, appena posso ti racconto come li armo
Ok
quando puoi scrivi pure
mi sei di grande aiuto
Grazie
non ho esperienza pratica della zona citata, ma per il periodo e tipologia di fondale personalmente punterei all'utilizzo di un palamito in nylon, trave 0,70/080, braccioli lunghi 1,80 del diametro 0,35/0,40 ogni cinque metri, ami mustad numero 15-16,
i braccioli li collego al trave con nodo uni a 3 spire e triplo collo a rientrare
il mio metodo di calare consiste dopo aver valutato la presenza di corrente e intensità, di mettere a mare il segnale che identifica in superfice il mio palamito, punto a largo calando il cordoncino della quantità sufficiente per la profondità più quache metro di imbando, poi collego cordoncino,peso e inizio palamito in questo modo
dopo aver raggiunto, calando ami, la profondità che ho deciso massima, viro a favore di corrente e punto verso riva, insomma eseguo una rotta a ferro di cavallo ampia, finisco collegando peso cordoncino e segnale
il bello che non ci sono regole fisse e ogni tanto mi diletto variando l'assetto inserendo dei natelli preparati in questo modo e pesi
lo stesso palamito potresti utilizzarlo in superfice per boghe, sugarelli, occhiate ……., utilizzando i natelli, nella parte intermedia, ogni tot. braccioli come ti ho suggerito
Ciao
Quindi tu dici che per il periodo estivo e per il fondale prevalentemente sabbioso punteresti sull'utilizzo di un palamito in nylon, trave 0,70/080, braccioli lunghi 1,80 del diametro 0,35/0,40 ogni cinque metri, ami mustad numero 15-16:
Due domande:
1) lo useresti sia in superficie che a fondo (in profondità)
2) con questa armatura quali prede mi posso aspettare in termini di peso
Grazie e buonaserata
vediamo quindi perchè ti ho consigliato un palamito con queste caratteristiche di costruzione, innanzitutto perchè dici di voler cominciare a praticare la pesca con il palamito, ho pensato di conseguenza a un palamito da utilizzare vicino riva,
quindi in sicurezza, facendo pratica divertendosi,
su un fondale che va da pochi metri a venti o poco più, questo anche in base alle tue informazioni su tipologia di fondale e periodo, dici di avere intenzione di praticarlo da maggio a settembre è almeno dalle mie parti, un periodo ottimo per le mormore, tanto per citare una preda tipica del periodo e dei fondali sabbiosi
perchè trave 0,70/0,80: molto potente su fondali sabbiosi e relativamente poco profondi, ma serve per acquisire esperienza naturalmente, più facile per risolvere qualche ingarbuglio
perchè braccioli dello 0,35/0,40: quando ho cominciato a pescare con il palamito utilizzavo, per queste profondità, braccioli molto più sottili 0,20/0,25/0,30 su trave dello 0,60, prendevo, forse più facilmente, diversi pesci, ma quando li slamavo stressavo molto l'ultima parte del bracciolo, e se non alla prima uscita, alla seconda certamente, dovevo revisionare l'intero palamito, perchè l'ultima parte del bracciolo si trasformava in un ricciolo, come i nastri delle confezioni regalo, questo anche per effetto della rotazione dell'esca, passando a uno 0,30-0,35 ho notato che prendevo ugualmente la stessa quantità, circa, di pescato, e poi dovevo meno manutenzionare il palamito, all'epoca utilizzavo 200 ami, era una bella fatica, un bracciolo più robusto come ti ho suggerito, puoi stirarlo più facilmente direttamente a bordo mettendo sotto il piede, con calzatura, l'amo e tirando in modo adeguato il bracciolo un paio di volte, vedrai che tornerà come nuovo, perdendo quei odiosi riccioli,
hai fatto riferimento anche a un palamito di superfice, il medesimo potresti anche utilizzarlo, rimanendo nello stesso specchio acqueo, naturalmente per prede come boghe, sugarelli, occhiate…………., questo per non doverne costruire due separatamente e provare emozioni diverse e divertenti nella stessa giornata
mi chiedi in termini di peso a quale preda puoi aspirare, prima voglio dirti che quando un pesce abbocca a un palamito, naturalmente cerca di liberarsi tirando in varie direzioni, il palamito in questo caso ammortizza le fughe come una sorta di frizione, sfiancando il pesce in breve tempo, questo naturalmente sempre secondo me, aumentando di conseguenza i limiti che può avere in termini di carico di rottura un bacciolo,
per esperienza vissuta con un palamito come ti ho descritto la preda più grossa che sono riuscito a salpare a bordo è stata la spigola, abboccando direttamente alla strisciolina di calamaro (spesso decongelato) o bibbi disidratato oppure per aver ingoiato interamente, strozzandosi, un piccolo sarago che aveva abboccato,
ti consiglio di portarti a bordo anche un capiente guadino
Ok è quasi tutto chiaro, quando mi dici che lo stesso palamito è possibile utilizzarlo
1)sia in superficie (tenuto conto che i braccioli sono da 1,80 mt a quanti metri dalla superficie occorre ancorare la lenza madre al cordino?)
2)che a profondità di circa 20 metri (a profondità superiori è inutile?).
Ti chiedo, approffittando della tua pazienza e ringraziandoti, se aumentare lo spessore della lenza madre magari a 100 mm riveste qualche utilità o meno e con riferimento agli ami da utilizzare (mustad 15/16: il 16 è più piccolo o più grande?), sulla base di quale criterio si utilizzano più grandi o più piccoli.
Ciao e Grazie
Ps. nella trasmissione di linea blu del 23 novembre (RAI 1) hanno trattato le mie zone (policoro, metaponto ecc….) visibile sul sito internet di linea blu
partirei dal segale, perchè man mano che si cala il palamito spontaneamente formerà una pancia verso il fondo, tanto quanto più la corrente sarà calma o assente, consiglierei ogni quattro cinque ami di inserire un natello, questo lo potrai giudicare meglio al momento
non che a profondità superiori sia inutile e che bisognerebbe aumentare diametro dei braccioli e grandezza degli ami, magari innescando anche tocchetti di sarda, bisogna allontanarsi un poco di più dalla riva e lasciarlo pescare di più prima del recupero,
una lenza madre del 100 mi sembra un tantino esagerata per il discorso iniziato, naturalmente offre una presa migliore per il recupero a mano ma di conseguenza necessita anche di una coffa più capace per contenerlo, ma nessuno ci vieta il suo utilizzo
la grandezza degli ami mustad 2315 suggeriti, decresce con l'aumento della numerazione
Ok mi sembra abbastanza tutto chiaro il tutto.
Ora forse ti chiedo una cosa che con molta probabilità giudichera un eresia: abbiamo detto che il palamito avrà 25 braccioli distanziati di cinque metri e, peranto, avremo una lunghezza complessiva di 125 metri. Calarlo in verticale su un fondale di uguale profondità è utile o sconveniente
Grazie ancora
Ciao
credo che tutto si possa sperimentare, personalmente lo vedo un poco dispersivo e senza una strategia precisa, un solo amo sul fondo, il secondo già molto staccato e cosi via, ci fanno allontanare subito dalla zona più frequentata da pesce bentonico e che comunque si muove nelle vicinanze di esso, per nutrirsi come grufolatore o da predatore, almeno un punto di riferimento come una secca, un gradino accentuato, dove si può sperare a seconda della stagione, risalendo verso la superfice in qualche tanuta, san pietro, occhioni, pagelli e similari sparidi, poi via via risalendo ancora pesce pelagico, azzurro soprattutto, ma andrebbero riviste lunghezze dei braccioli e distanze per meglio concentrarci su cosa vogliamo insidiare maggiormente, e non sarebbe più un palamito, questo sempre secondo me, mentre ci potremmo spingere poco oltre i venti metri calandolo a festoni o bandiera, se proprio vogliamo esplorare tutta la colonna d'acqua
Ciao a tutti sono nuovo del forum, sto reallizando un palamito a mazzrrina di 200 ami con lenza madre 0,80 e braccioli 0,40 con galleggiante da palamito il tipo grosso scorrevole e alla fine del bracciolo attaccato un piombo da 50gr, ma secondo voi va bene? Non é troppo grosso il galleggiante?p
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