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Pesca alla Spigola con la sardina

Forum PESCI E TECNICHE DI PESCA LA SPIGOLA Pesca alla Spigola con la sardina

Stai visualizzando 15 post - dal 1 a 15 (di 31 totali)
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    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    In piena era tecnologica, non saranno in pochi a sorridere o a snobbare questo metodo di pesca che si rivolge a prede nobili quali Spigole, Orate, Saraghi e Mormore utilizzando attrezzi "poveri".
    Peggio per loro, non sapranno mai quali emozioni si perdono.
    I luoghi ideali di pesca: sono le banchine (porti e porticcioli), i pontili, i pontiletti in legno e le spiagge che degradano velocemente (circa 2 mt d'acqua a 5-7 metri dalla riva). Il fondale dev'essere sabbioso e privo di vegetazione alta (le posidonie ricche di vita, se presenti, dovranno ergersi oltre i 5-7 mt citati, altrimenti sarebbero d'impiccio). I luoghi migliori in assoluto sono quelli dove i pescatori professionisti ormeggiano le barche e ripuliscono le reti.
    L'orario migliore: dal tramonto alle prime ore del mattino.
    Esca unica: la sardina, fresca o appena scongelata e adeguatamente preparata.

    Occorrente per preparare tre lenze "a mano" con tre diametri diversi:
    Lenza. Se si dispone di avanzi di bobina di buon nylon (spezzoni lunghi almeno 30 mt), allora usate quelli. Altrimenti acquistate bobine da non più di 100 mt (di cui userete solo i primi 30 mt, tenendo i restanti 70 di riserva o per altri utilizzi). Se proprio volete eccedere, usatene 50 mt, ma non di più perchè sarebbero sprecati.
    I diametri consigliati sono: uno spezzone (o bobina) dello 0.25, uno dello 0.35 e infine uno dello 0.50. Quando avrete acquisito esperienza, potrete variare i diametri a vostro piacimento, tenendo però presente che è rischioso scendere al di sotto dello 0.25, oltre al fatto che una lenza più sottile non è agevole da maneggiare (vento, parucche, ecc.).
    Avvolgi lenza. Gli avvolgi lenza potranno essere di buon sughero compatto in modo che non si sbricioli o si sfarini durante la manipolazione, oppure di materiale sintetico robusto ma morbido. Misure minime cm 14x10x2, per evitare il più possibile la formazione della memoria meccanica durante il riavvolgimento. Arrotondate tutti gli spigoli con carta vetrata sottile e non vergognativi di scrivere su ogni sughero il diametro della lenza con un pennarello indelebile (il buio e la fretta, a volte, possono giocare cattivi scherzi…).
    Piombi. I piombi, scorrevoli col foro centrale, possono essere a palla o a forma di pera, le forme migliori per trasmettere alla lenza anche le più piccole vibrazioni. Quello da 10 gr andrà montato sulla lenza dello 0.25; quello da 15 gr sulla lenza dello 0.35 ed infine quello da 20 gr sulla lenza dello 0.50.
    Stopper per il piombo. Gli stopper saranno in cordoncino o in nylon grosso abbastanza per formare un nodo sufficientemente voluminoso da impedire al piombo di oltreppassarlo o di rimanervi incastrato. Personalmente preferisco non inserire perlina e salvanodo, che potrebbero attuttire le vibrazioni della lenza (sulle vibrazioni, vedi più avanti il paragrafo sull'esca), però nessuno vi impedisce di farlo, se ritenete di avere una mano molto sensibile.
    Ami. Gli ami saranno dello stesso modello, anche se di numero diverso: il N.6 per lo 0.25; il N.4 per lo 0.35 ed il N.2 per lo 0.50. Il modello da preferire è quello a gambo corto a paletta, filo sottile, molto tondeggiante e con la punta ad "artiglio d'aquila" ricurva verso il gambo.

    Armare una lenza (p.e. quella del diametro 0.25):
    – Su uno dei sugheri legate il capo libero della lenza con un nodo appropriato e cominciate ad avvolgere la lenza con spire regolari e ravvicinate tenendo leggermente in tensione la lenza, ma senza esagerare. Partite da 1,5 cm dal bordo lungo di destra sino ad arrivare alla stessa distanza dal bordo sinistro, poi tornate indietro sovrapponendo le spire e quindi ripartite sino ad esaurire completamente la lenza. Per i più pignoli, si potrebbero fare le spire incrociate inclinando queste, durante l'avvolgimento, prima verso sinistra durante l'andata e poi verso destra durante il ritorno.
    – Adesso svolgete un metro di lenza dal sughero, infilatevi il piombo da 10 gr, fate il nodino ferma piombo e legate l'amo N.6 direttamente alla lenza (sissignore, lenza madre e finale sono un tutt'uno). Tra amo e stopper lasciate una distanza di 20 cm. Avvolgete anche questo metro di lenza e fermate l'amo su un fianco del sughero. Se volete, ora potete scrivere sul sughero il diametro della lenza avvolta.
    – La prima lenza è pronta. Preparate allo stesso modo le altre due (0.35 e 0.50).

    Esca.
    Come abbiamo detto, come esca si usa esclusivamente la sardina. Perchè possa essere escata in piccoli tocchetti è assolutamente necessario che sia freschissima (nelle cassette c'è ancora il ghiaccio servito per il trasporto), oppure che sia stata appena scongelata. Tastatene la consistenza con le dita: la carne deve essere soda, leggermente sanguinolenta e l'occhio ancora vivido. Se la carne rimane flaccida, l'occhio un pò velato ed il sangue di colore pallido, prendete una sardina e dite al pescivendolo di ficcarsela nel….. Stabilito che la sardina è accettabile, bisogna decidere quanto comprarne: questo dipende infatti dalla reperibilità (c'è il rischio che più in là si possa rimanere senza sardine perchè i pescatori non sono potuti uscire a mettere le reti?), dallo spazio nel freezeer o nel congelatore (nostra madre o nostra moglie ci avranno lasciato lo spazio sufficiente?), dalla voglia che abbiamo di prepararle per il congelamento, ed infine dalla taglia delle sardine: le sardine di taglia piccola sono poco grasse e poco adatte al nostro scopo, quelle giganti (le sardone) vanno già meglio ma non tanto quanto quelle ideali, cioè quelle di taglia media e belle grasse.  Per un uso immediato, 10 sardine sono più che sufficienti. Per farsene una scorta da congelare, prendetene 2 o 3 kg (sempre che la loro qualità vi soddisfi)

    Preparazione delle sardine.
    Sia che le usiate immediatamente oppure che dobbiate congelarle per farvene una scorta, le sardine devono essere squamate. Niente paura, il procedimento è abbastanza semplice. NON usate alcun tipo di lama (che le rovinerebbe), ma semplicemente fate colare da un rubinetto un filo d'acqua sotto il quale dovete tenere la sardina per la coda con il pollice e l'indice di una mano, mentre le dita dell'altra mano fatele scorrere sul corpo della sardina dalla coda verso la testa, con delicatezza, fino a squamarle. L'operazione non è lunga, in quanto le piccole scaglie vengono via con facilità. Man mano che procedete, deponete le sardine su un piano inclinato al riparo dal sole per farle scolare (non usate stracci o altro per accelerare il processo, le rovinereste. Inoltre non è che debbano essere perfettamente asciutte). Adesso, per dare più consistenza alla polpa e rallentare la decomposizione, dovete salarle con sale fine (mi raccomando, non prelevatelo direttamente dal contenitore di cucina, se non volete rischiare con mamme e mogli), cospargendole in abbondanza, ma senza esagerare, prima da un lato e poi dall'altro. Adesso prendete delle bustine di plastica (quelle per il congelamento dei cibi vanno benissimo, ma va bene qualsiasi altro tipo di bustina di dimensioni adeguate) e infilate 5 sardine in ogni bustina. Ripiegate più volte l'apertura per evitare colature e fermatela con un punto da cucitrice da ufficio. Di tutte le bustine pronte, mettetene 2 nel frigo: queste sardine saranno quelle che userete per esca quella stessa notte o l'indomani. Le altre bustine invece andranno congelate per usarle in uscite future: non sarete quindi frustrati dall'angoscia dovuta all'assenza di sardine sui banconi dei pescivendoli, perchè le avete a casa. Le sardine eventualmente avanzate da una nottata infelice, non buttatele via ma riutilizzatele  il giorno dopo oppure ricongelatele: si manterranno ancora buone e consistenti per effetto del sale (a meno che non siano state cotte dal sole). Per male che vada, le userete come brumeggio.

    Taglio della sardina.
    La sardina va tagliata in tocchetti piccoli (per l'amo piccolo), medi (per l'amo medio) o in tranci adeguati all'amo grosso. Il taglio quindi dipende da che lenza usate in quel momento. Servono un paio di forbici affilatissime e possibilmente a lame sottili (la buon'anima del mio più caro amico si faceva il giro dei barbieri del paese per farsi regalare le sottili forbici usate da loro), per evitare di "spremere" la sardina, anzichè tagliarla in tocchetti precisi.  Si inizia dalla testa: se siete sopspesi sull'acqua (banchine, pontili, ecc.), tenendo la sardina in mano, tagliuzzate la testa a partire dalla bocca a pezzettini piccoli che farete cadere in acqua, come pure i primi 2 cm di coda (la parte più dura), per fare brumeggio. Se siete sulla sabbia, conservate i pezzettini facendone un mucchietto: serviranno anch'essi per pastura, ma con un metodo leggermente diverso (vedi più avanti). Sempre tenendo la sardina in mano, infilate le forbici dalla parte del ventre per tutta la lunghezza della sardina, stando attenti, durante il taglio, a non rovinare le interiora ma a recuperarle integre per quanto possibile: le interiora di sardina sono l'esca migliore in assoluto che possa esistere in mare, di cui vanno pazzi tutti i pesci. Nel paragrafo dedicato all'innesco spiegherò come innescarla. Adesso ripulite l'addome da tutte quelle parti dure che potrebbero impedire all'amo una libera penetrazione nell'esca: è sufficiente ritagliare delle sottili strisce lungo i due bordi ormai aperti del ventre a cui stanno attaccate le pinne ventrali, accorciando in questo modo anche la  "punta" delle spine che convergono sull'addome. Ora girate la sardina sul dorso, con le forbici tagliate alla base la pinna dorsale e infilando le lame sotto pelle per tutta la lunghezza della sardina, incidete la pelle del dorso. A questo punto bisogna tagliare in due la sardina nel senso della lunghezza: passate le forbici rasenti la spina dorsale (la lisca), separate le due parti e togliete definitivamente la lisca ancora attaccata all'altra metà (per fare questa operazione potete anche usare un coltello dalla lama affilatissima). Adesso avete una sardina tagliata in due pezzi longitudinali: ciascuna di queste due strisce va ancora tagliata a metà nel senso della lunghezza. A fine operazione vi troverete sulla banchina 4 strisce di sardina e le interiora. Per finire (era ora, direte voi), tagliate ciascuna striscia in tocchetti adatti all'amo piccolo o medio. Ogni tocchetto rappresenta un'esca.

    Escare il ventrame.
    Come detto più sopra, il ventrame della sardina è l'esca più appetita in assoluto da tutti i tipi di pesci (sempre la buon'anima del mio amico "Sampei", che era molto benvoluto in paese, si faceva regalare dai pescivendoli intere cassette di sardine ormai "vecchie" che portavamo sul pontile con il suo "Ape 50" – immaginate i commenti degli altri pescatori – e ci dedicavammo per una buona mezz'ora a sventrare le sardine, tra i lazzi dei presenti, che ben presto si trasformavano quasi in pianto quando cominciavamo a salpare pesci in quantità industriali). L'innesco non è velocissimo, si tratta di infilare l'amo più e più volte nelle parti più dure delle interiora arrotolando alla meglio il tutto perchè non si sfaldi durante la calata. Occorre fare un pò di esperienza per affinare la tecnica. Data la sua appetibilità, è bene riservare quest'esca al momento in cu "sentiamo" che sotto di noi c'è la bestiolina che ci interessa. La vibrazione: la mangiata che fanno i pesci con il ventrame la percepiamo quasi come una sensazione, perchè il pesce si mette in bocca l'esca e la "succhia" quasi fosse un lecca-lecca, anzichè ingoiarla. Quando caliamo il ventrame dobbiamo concentrarci al massimo, stando all'erta alla minima vibrazione della lenza, che terremo in mano con una tale leggerezza quasi avessimo paura di farle la bua. L'adrenalina scorre, perchè sappiamo che per il pesce non c'è scampo: è solo questione di secondi, appena siamo convinti di aver percepito la leggerissima vibrazione della lenza, dobbiamo incocciare decisi e veloci. Provate a immaginare cosa si prova quando, data la ferrata, la lenza rimane "stoppata" sul fondo per  2-3 secondi, prima di scorrerci tra le mani alla stessa velocità di un TGV delle ferrovie francesi! Nessun altro tipo di pesca riuscirà mai a darmi le emozioni  che mi dà la lenza a mano. Senti il combattimento nudo e crudo, senza essere attuttito da canna e mulinello. Ragazzi, è grandioso!

    Escare i tocchetti piccoli e quelli un pò più grandi.
    L'amo va infilato su un margine del quadratino di esca, si fa fuoriuscire un bel pezzo di amo che vai poi infilato sull'altro margine del quadratino, in modo semplicissimo. Anche con i quadratini può capitare che le bestioline mangino facendo vibrare la lenza, ma perlopiù si infilano l'esca in bocca o la ingoiano e tirano via. Una bella incocciata e zac…

    Escare con le trance
    Eliminate dalla sardina la testa e la coda, come visto in precedenza. Tagliate alla base anche le pinne ventrali e la dorsale e dividete la sardina in tre o quattro pezzi adeguati all'amo più grosso, mediante un taglio trasversale anzichè longitudinale. L'amo va infilato con due semplici passate come per i tocchetti.  Con questi pezzi la vibrazione è rarissima, in quanto la preda tira via senza tanti complimenti.

    Pescare dalla riva.
    La sardina va sezionata esattamente nei modi già visti, solo che le scorie che prima facevamo cadere direttamente in mare ora è meglio mischiarle con la sabbia "frizionandole" energicamente tra le mani e lanciando l'impasto di sabbia e sardina davanti a noi. E' sufficiente lanciare la lenza a 5-6 mt di distanza senza forzare per non pregiudicare l'integrità dell'esca. Il mare ideale è quello di una leggera risacca, ma funziona anche con mare piatto. Un fondale che degrada velocemente (1,5-2 mt già alla distanza di 5-6 mt dalla riva) è il migliore, ma si pesca bene anche in fondali bassi perchè la Spigola non disdegna tour turistici lungo la battigia.

    Pescare dai moli.
    L'azione di pesca da pontili e banchine si svolge in maggior scioltezza se ci sediamo direttamente sui loro bordi anzichè usare la panchetta, in modo particolare in presenza di brezza o vento. E' sufficiente un piccolo tappetto per evitare il contatto diretto con zone sporche o "butterate" e per evitare di rovinare la lenza, in quanto il sughero va tenuto sotto una natica sia per avercelo a portata di mano quando è necessario filare lenza velocemente in caso di grosse prede sia perchè è il posto ideale dove tenerlo in caso di vento anche leggero. Anche dai moli il breve lancio deve essere effettuato con delicatezza per non rovinare l'esca.

    La pasturazione.
    Una pasturazione consistente (oltre a quella delle scorie della sardina) è importante, anche se non indispensabile. Comprate un secchiello di pastura già pronta a base di sardina (oppure farina di pesce se la trovate) ed una bottiglia di olio di sardina. In un grosso secchio mettete acqua e olio di sardina (la quantità d'olio dipende esclusivamente dalle vostre…tasche, in quanto più ce n'è meglio è) e fateci macerare abbondante pane raffermo o semplicemente secco (se non ne avete in casa, lo potete acquistare in panetteria: è molto richiesto per preparare i pastoni per i cani ed altri animali). Comprate anche 1 kg di semola grezza. Mescolate in continuazione il secchio del pane sino a sminuzzarlo in piccolissimi pezzetti (se avete una grattugia elettrica, grattuggiatelo prima, ma vi sconsiglio di acquistarlo direttamente grattugiato perchè è carissimo anche in panetteria). Quando il pane è della consistenza voluta (cioè molto ma molto sminuzzato), aggiungete nel secchio la pastura di sarde già pronta (anche qui la quantità dipende dalle vostre tasche) e mescolate il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo. Se l'impasto è molto liquido, aggiungete la semola per renderlo più pastoso, sempre miscelando. Usando il pane, avete quindi ottenuto una quantità che è il triplo od il quadruplo del contenuto del solo secchiello di pastura originale, risparmiando un pò di soldi.

    Ora non vi resta che provare.

    Bellissima spiegazione Nonnoroby,sei stato davvero esaudiente.Non posso che essere daccordo con te.Io pratico tutte le pesche dalla barca e sono molto legato alla tradizione dei miei antenati.Ad esempio la traina col vivo il bolentino la traina in generale non la pratico con attrezzi di ulrima generazione ma bensì con la lenza a mano e con l'ausilio delle braccia.Per me la tradizione marinara supera la supertecnologia innovativa.Con questo non oso dire che canne,mulinelli ecc. non sono utili,ma affermo semplicemente che il mio concetto di "pescatore" consiste nel tenere conto delle tradizioni in qualsiasi pesca.Bisogna ricordare che "i vecchi marinai hanno fatto la storia della pesca".Questo è il mio parere.Buona giornata
                                                                                                                      GIALLONGO

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    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Grazie della solidarietà, Giallongo, mi fa molto piacere scoprire altri pescatori che, come me,  amano godersi  la pesca in modo semplice e "genuino", senza farsi condizionare da attrezzi di ultima generazione, da tecniche dai nomi altissonanti (almeno qualcuna avesse un nome italiano…), da acessori che in pochi ormai vogliono autocostruirsi.
    Lo scopo fondamentale del mio topic, comunque, non vuole essere in alcun modo e sotto nessun aspetto una crociata contro attrezzi da pesca di immenso valore tecnico, che io stesso ammiro estasiato (in particolar modo le canne) anche se alla fine poi non me li posso permettere. E' solo uno dei tanti aspetti che ti consentono di divertirti a pesca anche se, per quanto mi riguarda, il metodo descritto nel topic è quello che mi ragala le emozioni più forti.
    Ciao

    Grazie anche a te per la risposta caro Nonnoroby.Il messaggio che però voglio trasmettere in questo topic è rivolto specialmente alle nuove generazioni di pescatori come me.Quello che mi lascia basito purtroppo,è che la maggior parte dei pescatori di oggi,con forte convizione affermano con superbia che con l'ausilio di questi nuovi attrezzi "supertecnologici" si possono ottenere risultati migliori dei metodi tradizionali.A tutto questo io so dare una risposta:Non è affatto vero che i risultati con questi marchingegni di ultima generazione sono superiori a quelli ottenuti con i metodi tradizionali.Anzi,io posso fare un esempio:al mio paese,Palizzi Marina e Spropoli,nella Calabria Jonica,noi pescatori non sappiamo neppure cosa sono e da dove provengono canne mulinelli e quantaltro.I pesci li prendiamo secondo la tradizione marinara;Ad esempio,adesso è la stagione di seppie e ricciole.Le seppie le prendiamo dalla barca con una semplice lenza dello 0,50,non importa la marca come tutti pensano.Oltretutto le mie lenze delle seppie hanno una loro storia:sono passate dalle mani di mio nonno a quelle di mio padre ed ora a me.Penserete che sono ormai secolari,ingiallite,fradicie,e vecchie…assolutamente no.Sono fiero e contento di possedere questa attrezzatura non solo perchè ha una storia di secoli ma anche perchè tuttora riesco ad ottenere risultati considerevoli,come stamane,pescata di circa 100 seppie per un totale di 10-13 kg.Le ricciole invece le insediamo con una semplice lenza a mano e due ami.Questi pesci a noi piace combatterli con le mani,per sentire il fremore e le fughe pesce.I risultati sono davvero meritevoli non solo per me,ma anche per tutti i pescatori della zona,come lo si vede nella foto dei mie cari amici Nino ed Andrea,anche loro pescatori tradizionali pur essendo giovani:
    http://www.calabriapescaonline.it/home/forum/traina/ricciola_di_30_kg_a_traina_col_vivo-t5948.0.html
    Con il passare della stagione primaverile,qui nel mio paese,essendo il punto più estremo della Calabria,si trovano a passare i grandi tonni,cosa che non capita in tutte le zone d' Italia,noi siamo davvero fortunati,esemplari dai 50 fino ai 300 kg di peso.Caro NonnoRoby,potro sembrarvi pazzo ed imprudente ma io questi bestioni del mare,come del resto facciamo tutti qui,non li combatto con canna e mulinello ma bensi con le mani.Ed anche il palamiti,io ne possiedo molti,quello sottocosta,di profondità,di galla hanno legati ami che secondo la vista di molti pescatori sarebbero stati da buttare in pattumiera.Quelli arrugginiti con l'ausilio di coltello e cartavetrata riesco a farli di nuovo brillare e quelli raddrizzati con delle pinze tornano a posto.E' logico che se c'è qualche d'uno malconciato si cambia…Scusami se mi sono dilungato e confidato con te ma questo è il mio modesto parere.Potrò sembrarti pazzo ed imprudente in certe situazioni,ma purtroppo a me come a tutta la mia generazione,la pesca è stata trasmessa così.Mio nonno(pace all'anima sua)mi diceva sempre che nella pesca la semplicità è la migliore cosa.Basti pensare i nostri antenati che hanno fatto della pesca una fatica con metodi tradizonali ma con risultati storici e da record nella storia della pesca.Il mio concetto di pesca,è basato su queste rigide regole,io la pesca la penso così,la vivo così.Caro Nonnoroby,spero che il concetto di come la vivo io la pesca sia arrivato;Ciao

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    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Giallongo, devo confessarti che sei riuscito a commuovermi profondamente con il tuo post, sia per l'attaccamento che dimostri per la tradizione, che in fondo non sono altro che i nostri amati padri e nonni, sia  perchè mi hai riportato indietro nel tempo, esattamente a vent'anni fa, quando anch'io possedevo una barchetta di 5 metri motorizzata con un piccolo diesel. Cosa tutto non ho fatto con quella barchetta, con lenze volutamente "a mano"! Oggi purtroppo non mi posso permettere neanche un guscio di noce, perchè io e mia moglie soppraviviamo con la mia misera pensioncina. Tutta la mia attrezzatura "tecnologica" risale a quel periodo, quando potevo permettermi di spendere, ed è ancora in condizioni eccellenti proprio perchè, preferendo il tipo di pesca manuale, l'ho usata pochissimo. Adesso che sono in pensione e sono più sereno (dopo aver passato anni bui a causa della perdita del lavoro, prima, e a lavori sempre precari, dopo, nei quali la voglia di pescare era lontana da me mille miglia), mi propongo finalmente di sfruttarla, ma sai cosa mi succede? Che insieme all'attrezzatura di canne e mulinelli mi porto sempre dietro l'amata borsa dei "sugheri", così per abitudine, e allora mi capita che sul luogo di pesca lasci le canne nel fodero e che pigli in mano una delle lenze dalla borsa. Non so cosa farci, è più forte di me.
    Giallongo, spero di risentirti presto. Continua così, che sei un grande.
    Passa i miei complimenti a Nino e ad Andrea.
    Per curiosità, quanti anni hai? Io ne ho 62 suonati.
    Ciao

    ciao caro nonnoroby, poerche non posti le foto della tua attrezzatura?
    cosi da avrere un'idea? anche della tavoletta dove avvolgi la lenza

    ciao

    Nonnoroby, articolo s-t-u-p-e-n-d-o!! Quasi quasi chiedo al sindaco del mio paese di mettere questo articolo nella bacheca del Municipio. >s<calabria>s< >s<calabria>s<

    Ti chiedo un paio di delucidazioni. Anche da noi si usa tantissimo la sarda. Ma bagnarla con acqua dolce da noi significa bestemmiare. E poi mi spieghi perchè squamarle? Non pensi che perdano di naturalezza? Non pensi che le squame che si liberano dal trancio, grazie alla corrente possano fare da attrattiva?

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    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Quote:
    ciao caro nonnoroby, poerche non posti le foto della tua attrezzatura?
    cosi da avrere un'idea? anche della tavoletta dove avvolgi la lenza

    Per le foto dovresti aspettare un pochino, in quanto mio figlio tra poco mi deve regalare una macchina fotografica. Però nel frattempo posso postare i disegni, se per te vanno bene lo stesso.
    Solo dammi un pò di tempo, perchè prima devo postare sul fai da te la costruzione dei galleggianti scorrevoli con tanto di disegni, ed essendo io un bradipo col PC ci metto un pò.
    A presto

    Quote:

    Quote:
    ciao caro nonnoroby, poerche non posti le foto della tua attrezzatura?
    cosi da avrere un'idea? anche della tavoletta dove avvolgi la lenza

    Per le foto dovresti aspettare un pochino, in quanto mio figlio tra poco mi deve regalare una macchina fotografica. Però nel frattempo posso postare i disegni, se per te vanno bene lo stesso.
    Solo dammi un pò di tempo, perchè prima devo postare sul fai da te la costruzione dei galleggianti scorrevoli con tanto di disegni, ed essendo io un bradipo col PC ci metto un pò.
    A presto

    ok se hai bisogno di aiuto in quakche operazione chiedi pure.
    fai con calma non poreoccuparti, non abbiamo fretta

    ciao

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    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Quote:
    Nonnoroby, articolo s-t-u-p-e-n-d-o!! Quasi quasi chiedo al sindaco del mio paese di mettere questo articolo nella bacheca del Municipio. >s<calabria>s< >s<calabria>s<

    Ti chiedo un paio di delucidazioni. Anche da noi si usa tantissimo la sarda. Ma bagnarla con acqua dolce da noi significa bestemmiare. E poi mi spieghi perchè squamarle? Non pensi che perdano di naturalezza? Non pensi che le squame che si liberano dal trancio, grazie alla corrente possano fare da attrattiva?

    Amarone, non farlo, altrimenti rischio di beccarmi la cittadinanza onoraria <<<calabria<<<

    Veniamo al dunque: la descrizione da me fatta sul trattatamento della sardina si rivolge ad un tipo di pesca particolare, nel senso che si usa la sardina perlopiù a piccoli pezzetti anzichè in grossi tranci interi o rovesciati e legati col filo elastico, come ormai siamo abituati dal surfcasting. Per poter effettuare la "vivisezione" in modo che la sardina non si sfaldi nè durante il taglio nè quando la si infila nell'amo, bisogna rassodare un pò le carni, e ciò si ottiene cospargendole di sale. Perchè il sale penetri bene bisogna squamarle ed inoltre la punta dell'amo non rischia di incocciare una squama durante l'innesco, cosa che spappolerebbe la piccola polpa. Puoi evitare la desquamazione se hai l'intenzione di usare solo pezzi grossi che ti consentono di indirizzare la punta dell'amo con più facilità.
    Per quanto riguarda l'acqua dolce, a voglia che sopperisci alla sua mancanza di salinità con tutto il sale che ci cospargi sopra! Però, se non abiti lontano dal mare, ci puoi fare una capatina col cartoccio di sardine e squamarle sulla riva (qualche volta l'ho fatto anch'io). Se poi ci sono le turiste, avrai un successone…e butterai le sardine a mare (sul serio, a me è capitato, prima ti fotografano in lungo e in largo, e poi….).
    Preferisco tagliare la sardina a pezzetti perchè ho notato che questo porta i pesci a mangiare più "soft" (passami questo terminere), che rende l'incoccio più sicuro rispetto alla mangiata più decisa che essi fanno in presenza di bocconi più grossi: molto spesso staccano l'eca dall'amo senza rimanere ferrati, probabilmente anche a causa del suo volume.
    Per quanto riguarda l'attrattiva delle squame, ti assicuto che se effettui la pasturazione con quel pò pò di roba che hai nel secchio, le squame ai pesci non gli fanno neanche un baffo, e si butteranno sull'esca anche se proviene dalla più brutta delle zitelle tra le sardine <<<calabria<<<
    Scherzi a parte, non so dirti perchè funziona così, però posso assicurarti che funziona, eccome!
    Ciao

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    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Quote:
    ciao caro nonnoroby, poerche non posti le foto della tua attrezzatura?
    cosi da avrere un'idea? anche della tavoletta dove avvolgi la lenza

    Come promesso, ecco qua il disegno.
    Come puoi vedere, si tratta di una cosa semplicissima. Per le varie misure, vedi quanto scritto nel topic.

    lenzaamanoga9.jpg

    Aggiungo un suggerimento che mi era sfuggito nel topic:
    per rallentare l'usura del nylon, inserire nel foro del piombo un tubicino di plastica o di silicone da fissare con una goccia di colla, poi tagliare a raso del foro.
    Ciao

    ok razie dello schema, ma non converrebbe fissare anche uno stopper prima del piombo?
    a distanza di un metro da quello di sotto? o da fastidio?
    vrrei ma non posso provare questa tecnica perchè non conosco spèiagge dove il mare sprofondavelocemente.
    dove vado io bisogna fre una 20 metyti per arrivare a 3 metri di profondità.
    che ne dici? io a riva ho visto anche cefali e spigole di oltre 2 kg girare a 2 metri dalla battigia però solo di estt, non vorrei che ora non prendo niente, pero non ne ho piu visti.

    ciao

    Perfetta spiegazione e perfetto anche il disegno

    Ps.Dove lo posso trovare questo filo "pinco pallino"?  <xcalabria>x< <xcalabria>x<

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    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Quote:
    … ma non converrebbe fissare anche uno stopper prima del piombo?
    a distanza di un metro da quello di sotto? o da fastidio?
    vrrei ma non posso provare questa tecnica perchè non conosco spèiagge dove il mare sprofondavelocemente.
    dove vado io bisogna fre una 20 metyti per arrivare a 3 metri di profondità.
    che ne dici? io a riva ho visto anche cefali e spigole di oltre 2 kg girare a 2 metri dalla battigia però solo di estt, non vorrei che ora non prendo niente, pero non ne ho piu visti….

    Non serve mettere un secondo stopper, il peso del piombo è sufficiente per fare brevi lanci "morbidi" senza che risalga sulla lenza madre se non di pochissmo. Quando il piombo tocca il fondo, recupera lentamente quel breve tratto di lenza sino a quando non senti il peso del piombo.
    Indubbiamente il periodo estivo è sempre il migliore data la maggior presenza di pescetti che bazzicano lungo la battigia e che pre-attirano le spigole a riva ancor prima di iniziare la pasturazione. Quindi la maggior presenza di queste è agevolata dal richiamo dei pesciolini, che purtroppo d'inverno si allontanano dove l'acqua è più calda. Il tutto quindi è affidato solo alla pasturazione, ma se le spigole sono nei dintorni non si fanno certamente condizionare dal basso fondale.
    Sarei molto dispiaciuto se, abitando tu lontano dal mare, ti dovesse capitare di andare a vuoto. Ma se abiti nel raggio di una decina di km, una puntatina potresti rischiarla. Altrimenti rimanda questo metodo di pesca più in là, quando indubbiamente i rischi sono ridotti al lumicino.
    Ciao

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    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Quote:
    E pensare che in un precedente topic citai quel tipo di pesca con la lenza a mono da riva, e mi venne detto che facevo ricorso a metodi "ANCESTRALI". Sono mooolto onorato Nonnoroby di quello che hai appena postato, guardiamo sempre avanti ma senza dimenticare da dove veniamo.
    CON LA TUA PRESENZA ARRICCHISCI QUESTO FORUM.
    NB X LA BARCHETTA VEDRO' DI AIUTARTI.

    "Perdona loro, Zaffrata, perchè non sanno quello che dicono" o, meglio, non sanno quello che perdono. E' vero, siamo rimasti ben in pochi a pescare in questo modo, e siamo quasi tutti anziani.
    Però voglio precisare questo, non a te quanto ai giovani in generale: non è che peschiamo solo con lenze a mano, peschiamo anche con lenze a mano, perchè tutti noi abbiamo la nostra bella attrezzatura, più o meno valida, più o meno costosa. Solo che ogni tanto ci fa piacere riprendere in mano le nostre vecchie "armi" che ci hanno datto mille soddisfazioni. Col mio post ho solo voluto segnalare un altro aspetto della pesca che è in grado di regalare le stesse emozioni dei metodi più moderni, anche se non posso nascondere che le emozioni che provo io con la lenza a mano forse sono ampliate anche dall'associare questo metodo di pesca al periodo più spensierato della mia vita (e non solo perchè ero più giovane…).
    Per quanto riguarda la barchetta, Zaffrata, non so cosa dire, tanta è la mia emozione. Ti ringrazio dal più profondo del cuore per il tuo generoso interessamento, ma non è assolutamente il caso che ti prenda alcun impegno del genere. Sul serio.
    Ciao, a sentirci presto.

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