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NEWS MARE – NOTIZIE DAL MONDO…SOMMERSO

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  • Particolare attenzione alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio ambientale (sia terrestre che marino), ammende e sequestro del pescato e delle attrezzature per i tragressori, sono alcuni degli argomenti contenuti nel DDL (Disegno di legge) presentato in data 12 novembre 2009 alla Camera dei Deputati, dall'ON. Luciano Rossi e altri 8 cofirmatari.

    DISCIPLINA PESCA DILETTANTISTICA IN MARE – DISEGNO DI LEGGE

    Quote:
    Particolare attenzione alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio ambientale (sia terrestre che marino), ammende e sequestro del pescato e delle attrezzature per i tragressori, sono alcuni degli argomenti contenuti nel DDL (Disegno di legge) presentato in data 12 novembre 2009 alla Camera dei Deputati, dall'ON. Luciano Rossi e altri 8 cofirmatari.

    DISCIPLINA PESCA DILETTANTISTICA IN MARE – DISEGNO DI LEGGE

    1. È vietato catturare giornalmente per ciascun pescatore pesci, molluschi e crostacei in quantità superiore a 5 chilogrammi complessivi. Dal computo di tale limite è escluso il singolo organismo di peso superiore. È consentita la cattura di un solo crostaceo al giorno, a qualunque specie appartenga.
          2. È vietato catturare giornalmente per ciascun pescatore più di un esemplare di cernia, a qualunque specie appartenga.
          3. È vietato raccogliere giornalmente per ciascun pescatore più di 3 chilogrammi di mitili.
          4. È vietato catturare più di un esemplare di tonno rosso da un'unità da diporto indipendentemente dal numero di persone a bordo.
          5. In caso di superamento dei limiti indicati dal presente articolo è obbligatorio rigettare immediatamente in mare l'ultima preda.

    Art. 11.
    (Specie vietate e dimensioni minime del pescato).

          1. È vietata la pesca dilettantistica delle specie marine protette dalla normativa comunitaria vigente o da trattati, accordi e convenzioni internazionali di cui lo Stato italiano è parte contraente. In particolare è vietata la raccolta dei datteri di mare e dei datteri bianchi, dei ricci di mare, degli storioni, dei cetacei e delle tartarughe, nonché delle femmine di aragosta e di astice con uova sotto l'addome.
          2. È vietata la cattura di specie marine di lunghezza inferiore a quella stabilita dalla normativa comunitaria e nazionale vigente in materia di pesca professionale. In caso di discordanza tra le citate normative si applica la normativa più restrittiva. Le modalità di misurazione delle lunghezze minime sono quelle previste dalla normativa comunitaria.

    Considerando il fatto che la maggior parte di noi non facciamo pesca professionale ma dilettantistica, spero fortemente d'ora in avanti  che leggendo questo post siate piu' tollerarnti se qualche malcapitato neofita posta qualche cattura sottomisura  mortificandolo come solito uso e costume in questo forum.

    GRAZIE!!!!!!

    [size=15pt]02 giugno 2010 – MAXI SEQUESTRO RICCI DI MARE JOPPOLO (VV)[/size]

    I Finanzieri della Brigata di Nicotera Marina, nell'ambito di un servizio finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati e delle violazioni in materia di polizia marittima, hanno sorpreso tre soggetti che sul litorale del comune di Joppolo, un comune turistico sulla costa vibonese, avevano abilmente occultato in trenta ceste, circa 6mila esemplari di ricci di mare appena pescati, una prelibata specialità gastronomica protetta dalla legge, che ne tassativamente la raccolta nel periodo di fermo biologico (che va dal 1 maggio sino al 30 giugno), proprio per garantirne il ripopolamento.
    Ai tre pescatori di frodo, sorpresi in flagranza, tutti originari della provincia di Palermo, segnalati alla competente Autorità per violazione alla normativa in materia di pesca subacquea, sono stati elevati altrettanti verbali per un importo superiori ai novemila euro. I ricci sequestrati sono stati successivamente restituiti all'ambiente marino dagli stessi militari che hanno eseguito l'operazione. Una attività quest'ultima a salvaguardia verso le specie protette su cui la Guardia di finanza intende vigilare a protezione delle risorse marine e a tutela della pesca, contrastando le condotte criminose di soggetti privi di scrupoli che con le loro indiscriminate azioni saccheggiano le risorse naturali delle splendide coste rocciose della provincia di Vibo Valentia. I ricci di mare nei ristoranti di Palermo e sulle bancarelle vengono venduti a peso d'oro. Da qui la trasferta dei palermitani verso i lidi vibonesi, nonostante i controlli e pesanti ammende delle Forze dell'ordine.

    FONTE: Gazzetta del Sud

    [size=15pt]05 GIUGNO 2010 Sequestrati 2.600 metri di reti da posta vietate [/size]

    Controlli della Capitaneria di porto in mare con le motovedette contro i pescatori di frodo
    Sequestrati duemilaseicentocinquanta metri di reti da posta, irrogate sanzioni per oltre tremila euro, una persona denunciata a piede libero. Sono alcuni dei risultati di una complessa operazione di polizia marittima della Capitaneria di porto che ha riguardato i tratti di mare compresi tra Le Castella e Sellia Marina.
    L'operazione si è svolta l'altro giorno dalle prime luci dell'alba e sino a tarda sera. La complesa operazione è stata disposta dal comandante della Capitaneria di porto capitano di vascello (Cp) Giuseppe Meli. Sono state impegnate una motovedetta ed una unità navale minore e mezzi terrestri di supporto con l'obiettivo di contrastare il fenomeno della pesca di frodo da parte di soggetti non autorizzati.
    I controlli disposti su vasta scala hanno determinato il sequestro di ben duemilaseicentocinquanta metri di reti da posta illecitamente posizionate dai pescatorio di frodo nelle acque tra le Castella, Steccato di Cutro e Sellia Marina. Tali reti sono state salpate e poste sotto sequestro dalle unità navali della Capitaneria di porto in quanto getate in mare in violazione della legga da pescatori non professionisti e, da soggetti non aventi titolo.
    In particolare una persona è stata denunciata a piede libero all'autorità giudiziaria perchè sorpresa mentre era intenta nelle operazioni di salpamento di una rete da posta posizionata in maniera tale da costituire serio e concreto pericolo per le unità eventualmente in transito in quel tratto di mare.
    Oltre 3000 euro di sanzioni amministrative sono state irrogate a carico di altrettanti diportisti sorpresi in navigazione con attrezzi non consentiti a bordo dei loro natanti. Le reti da posta rinvenute, pronte per essere calate in mare, sono state poste sotto sequestro dalle motovedette della Capitaneria. Infatti l'attuale normativa vigente vieta non solo l'utilizzo ma anche la semplice detenzione a bordo di natanti di quegli attrezzi da pesca riservati alla pesca professionale. Nel corso delle operazioni di salpamento sono state numerose le specie ittiche rinvenute ammagliate negli attrezzi salpati e restituite al mare.

    FONTE: Gazzetta del Sud

    [size=15pt]09 GIUGNO 2010 – SALVATE DUE TARTARUGHE "CARETTA CARETTA"[/size]

    Soccorse dai pescatori nelle acque antistanti Pizzo e Gizzeria

    Due esemplari di tartarughe "Caretta caretta" sono stati soccorsi rispettivamente nelle acque antistanti Pizzo e Gizzeria nel giro di 48 ore. A renderlo noto è il Wwf Calabria. Nel primo caso la tartaruga, di 53 centimetri, deve la sua salvezza ad un pescatore dilettante Giovan Battista Barresi, che lo ha recuperato dopo aver constatato la presenza di un lungo e robusto filo di nylon che fuoriusciva dalla bocca.
    «A distanza ravvicinata – spiega una nota – il pescatore si è reso conto inoltre che al povero animale mancava completamente l'occhio destro, per cui non ha perso tempo ad avvisare la Capitaneria di porto di Vibo Marina ed anzi prodigandosi per trasportare quanto prima la tartaruga nella sede della Guardia costiera dove, poco dopo, gli esperti del Wwf, allertati , hanno accertato la presenza di un grosso amo da palamito nella gola dell'animale. A distanza di poche ore dalla consegna dell'animale al centro di recupero per tartarughe che opera presso la riserva marina di Isola di Capo Rizzuto una nuova segnalazione è giunta nella sala operativa della Capitaneria vibonese per un altro esemplare rinvenuto in condizioni precarie sulla spiaggia di Gizzeria. Subito intervenuto sul posto, – continua il comunicato – il responsabile per la Calabria del Progetto tartarughe del Wwf, Giuseppe Paolillo, ha dichiarato di non aver mai visto in tanti anni di attività, una tartaruga marina ridotta così male: un lungo filo di nylon pieno di alghe fuoriusciva dalla cloaca, segno evidente della ingestione di un amo avvenuta chissà quanto tempo prima; il carapace si presentava coperto di alghe. Grosse Lepadi pendevano dal corpo del povero animale, che versava in uno stato di deperimento organico estremo, smagrito, con gli occhi quasi completamente chiusi e micosi estese su tutta la testa che, per metà, appariva scarnificata».
    Il Wwf ricorda che le tartarughe marine «sono specie a rischio di estinzione e rivolge un accorato appello ai pescatori affinchè ne segnalino tempestivamente la cattura o il rinvenimento: a volte un piccolo gesto può servire per salvarle da una triste fine»

    Fonte: Gazzetta del Sud

    [size=15pt]9 GIUGNO 2010 –  La Guardia costiera sequestra 30 kg di pesce a Gioia Tauro[/size]

    Continua incessante l’accurata attività di controllo su tutta la filiera della pesca da parte degli uomini della Guardia costiera gioiese. Nell’ambito di una operazione volta al controllo ed alla repressione degli illeciti riguardanti la vendita di pescato da parte di ambulanti, è stato operato dal personale della Capitaneria di porto di Gioia Tauro un sequestro di circa 30 kg di pescato. I controlli sono stati svolti nei confronti di alcuni venditori ambulanti che “operavano” illegalmente sul lungomare. I due venditori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Palmi. Nel corso dell’attività, sono state sottoposte a controllo anche alcune pescherie, alle quali è stato elevato verbale con sanzione amministrativa di 4.000 euro per non avere osservato le disposizioni in materia di vendita di tonno rosso. In particolare mancavano la documentazione relativa all’origine del pescato, con relativo mezzo e zona di cattura, nonché lo stato di conservazione (fresco o congelato) del prodotto. Il pesce posto sotto sequestro è stato successivamente esaminato dal medico veterinario dell’ Asl di Palmi, che dopo un’accurata analisi ha dichiarato la non idoneità al consumo umano con la conseguente distruzione in mare. «Gli uomini della Capitaneria, – ha affermato il comandante Andronaco – continueranno a vigilare affinché vengano garantite e rispettate le norme in materia di vendita e commercializzazione del pescato a tutela del consumatore».

    FONTE: ReggioPress

    [size=15pt]12 GIUGNO 2010 – Amantea  – Sequestrati tonni rossi e pesci spada[/size]

    Nuova operazione della Guardia costiera di Cetraro per contrastare la pesca illegale di tonno rosso e pesce spada con reti. Lungo il litorale di Amantea, all'altezza di località Tonnara, i militari hanno individuato alcuni uomini intenti a sbarcare prodotti pescati da tre diverse motonavi. Il carico doveva essere collocato all'interno di alcuni furgoni e trasportato direttamente a Bagnara Calabra per la vendita. All'arrivo delle forze dell'ordine i tre pescherecci si sono allontanati verso il largo, mentre i due camioncini sono stati oggetto di controllo ispettivo. Dalla dettagliata analisi dei documenti di trasporto del pescato (obbligatorio per garantire la tracciabilità della merce) sono emerse delle evidenti anomalie.
    Gli uomini della Guardia costiera hanno trovato quattro tonni rossi del peso di 78 chilogrammi e due pesci spada di altri 85 chili, privi dei documenti che ne certifichino la provenienza. Sono stati recuperati, inoltre, altri venticinque chilogrammi di prodotti ittici di vario genere, quali totani, lampughe e tonnetti alletterati.
    L'attività ha coinvolto l'unità navale Cp 2096, inviata sul posto dalcComandante della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, capitano di Fregata Luigi Piccioli.

    FONTE: Gazzetta del Sud

    [size=15pt]16 giugno 2010 – Gioia Tauro. La Guardia costiera sequestra due reti da pesca [/size]

    GIOIA TAURO. Due reti da pesca per complessivi 7.000 metri, sono state poste sotto sequestro dal personale della motovedetta CP 2079, in forza alla locale Capitaneria di porto. Le reti, benché a norma e utilizzate da pescatori professionali, sono state sequestrate perchè posizionate davanti all’imboccatura del porto, tanto da costituire un grave pericolo per la sicurezza della navigazione. Nel canale di atterraggio dell’imboccatura del porto è severamente vietato ogni tipo di attività proprio per garantire alle navi in manovra (entrata ed uscita dal porto) di governare in condizioni di sicurezza. Le reti da posta, rispettivamente di 4.000 e 3.000 metri, dopo essere state trasportate all’interno della darsena dagli stessi pescatori, sono state trasbordate sul mezzo della Capitaneria dal personale operante. Per tale infrazione è stato elevato il verbale amministrativo per complessive 4.000 euro ed il relativo verbale di sequestro in base a quanto disposto dal legge che riguarda le norme da rispettare in materia di pesca. L’attività continuerà anche nei prossimi giorni sia via mare, con particolare attenzione all’uso illegale delle reti per la cattura del pesce spada, sia via terra concentrando l’attenzione sullo sbarco e vendita dei prodotti ittici, allo scopo di garantire il rispetto delle nuove normative della Comunità Europea per la tutela dei consumatori.

    FONTE: ReggioPress

    Novantamila metri quadrati di mare per 750 tonni detenuti abusivamente.
    Interviene la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia

    GEAPRESS – Non solo occupavano abusivamente il mare calabrese, ma anche dentro un Parco Marino Regionale. Le cinque gabbie abusive, infatti, erano state piazzate, verosimilmente a servizio di acquirenti giapponesi, nel bel mezzo del Parco “Fondali di Capo Cozzo – S. Irene – Vibo Marina – Pizzo – Capo Vaticano – Tropea”.

    Nel corso delle indagini, i militari della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia si sono avvalsi dell’ausilio del Nucleo Subacqueo della Capitaneria di Porto di Messina la quale ha così documentato, anche con l’ausilio di riprese filmate, l’inequivocabile posizionamento dell’impianto e la presenza, in due delle cinque gabbie, di ben 750 tonni.

    Questi animali, nonostante il pericolo di estinzione, ed in particolare per il mediterraneo tonno rosso, vengono pescati a distanza spesso di centinaia di chilometri e trainati nei gabbioni dove, spesso a distanza di mesi, vengono venduti soprattutto agli acquirenti giapponesi tramite vere e proprie mattanze controllate. In tal senso operano più paesi armatori, tra cui l’Italia, la quale vanta la costruzione degli impianti non solo per l’ingabbiamento dei tonni ma anche per l’allevamento, sparso nel mondo, dei salmoni. I tonni di Vibo Valentia potevano essere stati intercettati sia nel basso tirreno che nel golfo della Sirte, in Libia.

    GeaPress ha intervistato il Comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Luigi Piccioli.

    GEAPRESS – Comandante, la moda del sushi occupava abusivamente il mare calabrese.
    COMANDANTE PICCIOLI – Si sa che questa è una delle principali destinazioni del tonno rosso. Notoriamente i principali acquirenti sono i giapponesi.

    GEAPRESS – Un fenomeno preoccupante. Non solo gabbie abusivamente installate ma pure all’interno dell’area protetta.
    COMANDANTE PICCIOLI – Questo tratto di costa è molto bello. E’ la cosiddetta Costa degli Dei. Tropea, Capo Vaticano, luoghi che hanno una rilevanza notevole anche sotto il profilo turistico. Non a caso la zona è tutelata dalla legge regionale n. 13 del 21 aprile 2008. Tra l’altro, molto vicino a questi luoghi, vi è un importante SIC, Sito di Interesse Comunitario, vi è una bellissima prateria di poseidonia.

    GEAPRESS – Eppure qualcuno vi ha piazzato delle gabbie per tonni. Risulta peraltro che incidono anche sull’inquinamento degli specchi d’acqua.
    COMANDATE PICCIOLI – I tonni ogni giorno devono essere nutriti e di conseguenza l’impatto di 750 animali, il cui peso può raggiungere i 500-600 chilogrammi, non può che essere considerevole. Pensi non solo agli escrementi degli animali ma anche ai resti dei mangimi che si andranno a decomporre in mare. Le gabbie sono state ben documentate, anche sott’acqua. Per questo è intervenuto anche il nostro Nucleo Subacqueo da Messina. Ne abbiamo altri quattro a Cagliari, Napoli, Genova e San Benedetto del Tronto.

    GEAPRESS – Ma i tonni non si potranno liberare?
    COMANDANTE PICCIOLI – Noi operiamo su disposizione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Si tratta di 750 tonni in una struttura sequestrata. Il primo passo è compiuto. La Capitaneria ha evidenziato come venivano disattese importanti disposizioni in difesa del mare ed il tonno rosso è soggetto a contingentamento della Comunità Europea. L’operazione è recentissima, non posso pronunciarmi. Certo che la gestione di tutti questi animali è cosa complessa.

    GEAPRESS – Quali norme ha violato la ditta che gestiva l’impianto abusivo.
    COMANDANTE PICCIOLI – Oltre all’occupazione abusiva dello specchio acqueo marittimo, debbono essere considerate anche le violazioni delle norme vigenti in materia paesaggistica ed ambientale. Particolare attenzione per quanto disposto dal Decreto Legislativo numero 42 del 2004, ossia il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. L’impianto era infatti posizionato all’interno del Parco Marino Regionale. Noi operiamo costantemente per il rispetto delle disposizioni di legge preposte a tutela del mare…

    GEAPRESS – Le gabbie ora sequestrate rappresentano una situazione emblematica.
    COMANDANTE PICCIOLI – Un’area protetta inserita in un contesto di alto valore naturalistico e turistico.

    L’attività investigativa della Capitaneria di Porto afferisce alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Il P.M. È il dott. Garofalo. La speranza è che i tonni, dopo mesi di affollata prigionia, possano riprendere la via del mare.

    FONTE: GEAPRESS
    05 agosto 2010

    questo fatto é GRAVISSIMO. noi possiamo fare qualcosa per convincere il P.M. a muoversi
    concretamente?  >>calabria>>

    Se solo l uomo vivesse di buon senso il mondo sarebbe diverso ! ! |

    I militari della Guardia Costiera di Vibo Valentia Marina, hanno posto sotto sequestro preventivo d'urgenza, l'impianto di ingrasso del tonno rosso posizionato nello specchio d'acqua antistante la spiaggia di "Trainiti".

    Il sequestro su ordine del sostituto Procuratore della Repubblica, in seguito ad una indagine di polizia giudiziaria da parte del 3° Nucleo subacqueo. Sulla scorta degli accertamenti a cui ha partecipato una motovedetta, è emersa un'occupazione abusiva di 90.000 metri quadrati di specchio acqueo mediante il posizionamento di cinque gabbie per stabulazione ed ingrasso dei tonni, di cui due interessate dalla presenza complessiva di circa 750 esemplari di tonno rosso, e di nove boe di delimitazione dello specchio acqueo.

    A carico della ditta occupante si configurerebbero, come evidenziato dal magistrato Garofalo, oltre all'occupazione abusiva, anche violazioni delle norme in materia paesaggistica ed ambientale in quanto l'impianto ricade nell'ambito del parco 'Fondali di Capo Cozzo – S. Irene – Vibo Marina – Pizzo – Capo Vaticano – Tropea, istituito con Legge della Regione Calabria.

    CalabriaNews24

    Buonasera Greybear

    Quote:
    questo fatto é GRAVISSIMO. noi possiamo fare qualcosa per convincere il P.M. a muoversi
    concretamente?  >>calabria>>

    Ottima osservazione!! La notizia è un pò vecchia …. ma la domanda che mi sono posto è la seguente:
    CHE FINE HANNO FATTO I TONNI???

    credo che tutti sarremo interessati a saperlo!! xcvt

    vittorio illuminaci! >calabria>

    [size=15pt]24 settembre 2010[/size]

    Non sono passate neanche 48 ore dalla comunicazione del sequestro di intere casse di merluzzo sotto misura importato dalla Croazia, ed un nuovo intervento è già stato portato a termine.

    In questo secondo caso si tratta della Guardia Costiera di Corigliano Calabro (CS), che ha provveduto a sequestrare trentacinque chili di merluzzo, tutto sottomisura. Sottoposto a controllo il porto della cittadina calabrese ed in particolare gli esercenti commerciali del vicino mercato ittico comunale.

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    Di fatto veniva venduto novellame di merluzzo. Il responsabile era un grossista che è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per violazione alla legge 963/65 e dei regolamenti comunitari. Al commerciante sono state notificate 4800 euro di sanzione. Le indagini sono tutt’ora in corso per risalire al motopesca che ha catturato il merluzzo.

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    Durante gli stessi controlli nel mercato ittico sono stati elevati inoltre quattro verbali amministrativi, di 1200 euro ciascuno, relativi a mancata indicazione delle informazioni sulla tracciabilità dei prodotti ittici. In pratica era stata omessa l’indicazione della zona di cattura del pesce nonché il metodo di pesca.

    Il mercato ittico di Corigliano Calabro era già stato sottoposto a controllo da parte della Guardia Costiera  già sul finire dello scorso agosto. Furono verificate anche pescherie e venditori ambulanti, riscontrando numerose violazioni della normativa vigente. Quello delle pescherie così come dei ristoranti che acquistano pescato violando le norme in difesa del mare, è un problema diffuso. Agli inizi di settembre sempre la Guardia Costiera ma in Sardegna, scoprì un vero e proprio mercato dell’illecito che riforniva soprattutto di tonno i ristoranti e le pescherie locali.

    Fonte: GeaPress
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    [size=15pt]01 ottobre 2010 [/size]

    Di nuovo pescatori di frodo nella rete delle Guardia Costiera di Corigliano Calabro (CS). Erano in quattro su una imbarcazione tipo “canadian”, poco più che una barchetta trovata per altro priva di copertura assicurativa. Da questa, però, erano pronti a srotolare cento metri di rete innanzi la costa di Schiavonea, frazione di Corigliano Calabro.

    In tutto sette verbali elevati per detenzione a bordo di attrezzi non consentiti, mancato rispetto della tabella minima d’armamento, mancata presenza a bordo di un marittimo iscritto, sosta su suolo demaniale marittimo, mancanza di copertura assicurativa, irregolarità nella tenuta dei documenti di bordo, modifica non autorizzata dell’apparato motore di una barca.

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    Tutto il pescato e le attrezzature sono state poste sotto sequestro. La stessa Guardia Costiera aveva recentemente fermato altri pescatori, non abilitati. In questo ultimo caso si erano addirittura spinti all’interno dell’area portuale.

    I controlli della Guardia Costiera continueranno con il fine di contrastare le attività di pesca non consentite, ed a tutela dell’ecosistema marino.

    FONTE: GeaPress

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    [size=15pt]14 ottobre 2010[/size]

    Sebbene venga spesso sottovalutato il problema relativo all’attività dei cosiddetti pescatori non professionisti comporta ad avviso della Guardia Costiera di Corigliano Calabro (CS) un aumento del cosiddetto “sforzo di pesca”. Si tratta in definitiva dei prelievi abusivi i quali sfuggendo ad ogni controllo incidono sul prelievo della fauna marina, la quale sarà lo stesso soggetta allo sfruttamento dei motopesca autorizzati.

    Per tale motivo la Capitaneria di Porto di Corigliano ha inasprito i controlli ai danni dei pescatori di frodo della sibaritide. La Guardia Costiera ha in animo di reprimere sistematicamente tale fenomeno. Nell’ambito di tali controlli è stato ora sequestrato ad un pescatore di frodo una rete da posta utilizzata in concorso con altre persone. Si è provveduto inoltre al sequestro del pescato.
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    Più volte la stessa Capitaneria è intervenuta ai danni di pescatori non autorizzati congiuntamente al controllo dei motopesca con regolare licenza.

    FONTE: GeaPress

    se la capitaneria ne avesse voglia,sai quanti ce ne sono lì di reti da sequestrare,uno schifo!
    centrale dell'enel ormai le gettano anche li,rossano e mirto saccheggiata di reti,forza capitaneria!!

    Soverato 04/10/2010

    Dopo mille rinvii e tre milioni e mezzo di euro spesi per il neo inaugurato acquario di Soverato (CZ), i pesci chissà se ci sono ancora. La struttura tanto voluta dal Sindaco Mancini è già chiusa. Dopo un mese e mezzo a partire dal primo agosto (data dell’inaugurazione) l’acquario chiude per “regolare manutenzione, controlli e revisioni“. Così dicono al Comune. Operazioni di “routine” che però dovrebbero concludersi domani, sempre secondo il Comune. Ed i pesci? Le malelingue dicono che sono morti. I soliti detrattori che non fanno altro che infangare la proverbiale operosità che caratterizza lo spendio di soldi pubblici elargiti in buona parte dalle casse di una delle regioni d’Italia dall’economia più disastrata.

    A dire il vero il sostegno pubblico in favore degli zoo d’acqua non è prerogativa solo calabrese ma quello che colpisce dell’Acquario di Soverato sono gli incredibili sogni di gloria più volte manifestati dai suoi ideatori subito arrestati, ad un mese e mezzo di apertura, da quasi tre settimane di chiusura … di routine.

    In Italia, comunque, non è la prima volta che un acquario pubblico “improvvisamente” scompare. Alcuni mesi addietro uno scoop di Repubblica portò a conoscenza come l’Acquario di Bari fosse ridotto in quattro nicchie di cemento semidiroccate. Ed i pesci? Boh! Venduti o mangiati, si disse in giro.

    FONTE: GeaPress

    Soverato 09/10/2010
    Costato tre milioni e mezzo di euro, aperto (dopo numerosi rinvii) il primo agosto, già chiuso il 16 settembre, da riaprire il cinque ottobre, ma ancora rinviato.

    Nella cittadina balneare del catanzarese qualcuno aveva messo in giro la voce che i pesci fossero morti. Con il fine di fare chiarezza abbiamo intervistato il Sindaco di Soverato Mancini, promotore della nuova struttura della cattività acquatica italiana. Ovviamente non condividiamo nulla della sua idea ma è giusto evidenziare che è uno dei pochi Sindaci che ha risposto subito alla nostra chiamata.

    GEAPRESS – Sig. Sindaco, può spiegarci il motivo di questa improvvisa chiusura dell’acquario appena inaugurato?
    Sindaco MANCINI – Non vi sono stati problemi, ma interventi ordinari che hanno richiesto un certo periodo di chiusura.

    GEAPRESS – Ma così presto, a neanche due mesi dall’apertura?
    Sindaco MANCINI – A breve inizieranno le visite scolastiche e c’era stata una certa torbidità causata dalla sabbia che ci aveva fornito la ditta. Si è dovuta cambiare e come lei saprà una volta reinserita l’acqua c’è un certo periodo di maturazione

    GEAPRESS – E per quanto tempo dura questa maturazione?
    Sindaco MANCINI – Circa venti giorni.

    GEAPRESS – Ed i pesci? In città era girata la voce che fossero morti.
    Sindaco MANCINI – No, non è morto nessuno.

    GEAPRESS – Ma dove sono ora? Se avete dovuto cambiare la sabbia saranno stati spostati.
    Sindaco MANCINI – Vi sono delle vasche di ambientamento. In tutto sono 15. li abbiamo messi lì. L’acquario è diviso in due piani. In quello inferiore.

    GEAPRESS – Ma in quante vasche si è presentato il problema della sabbia.
    Sindaco MANCINI – In tre, massimo quattro vasche. Capirà che non è bello vedere l’acqua torbida ed allora abbiamo provveduto così.

    GEAPRESS – Ma a chi è affidata la gestione dell’acquario? Intendo dire c’è del personale qualificato che avete appositamente assunto?
    Sindaco MANCINI – C’è il nostro personale …

    GEAPRESS – Personale del Comune?
    Sindaco MANCINI – C’è il biologo, il chimico, tutte persone qualificate.

    GEAPRESS – E’ possibile parlare con loro?
    Sindaco – per questo deve parlare con il nostro responsabile del servizio. Le dò il numero.

    GEAPRESS – Quando aprite ora?
    Sindaco MANCINI – Martedì prossimo l’acquario sarà aperto.

    GEAPRESS – Nessun altro rinvio?
    Sindaco MANCINI – No, nessun altro rinvio. I pesci saranno tutti al loro posto.

    Ci mettiamo così in contatto con il dott. Passafaro, Responsabile dell’ottavo Settore del Comune di Soverato ed al quale chiediamo subito chi è il personale addetto dell’acquario. Troviamo il dott. Passafaro proprio all’acquario, mentre stanno provando l’allarme.

    GEAPRESS – Buongiorno dott. Passafaro, ci manda il Sindaco. Può dirci chi è il personale addetto all’acquario, inteso quello specialistico.
    Dott. PASSAFARO – Scusi il rumore, esco subito e possiamo parlare con calma.

    GEAPRESS – Prego.
    Dott. PASSAFARO – Mi chiedeva del personale. Capirà che gestire un acquario non è cosa semplice. Ci sono le spese alle quali stare attenti ma abbiamo tutte le qualifiche di cui occorre.

    GEAPRESS – Ma si tratta di una convenzione esterna? Di vostro personale comunale?
    Dott. PASSAFARO – Abbiamo aperto da poco, per poterlo mantenere in futuro al meglio …

    GEAPRESS – Personale comunale?
    Dott. PASSAFARO – Si personale dell’amministrazione comunale ma con le opportune qualifiche, va infatti tutto bene.

    GEAPRESS – E se dovesse capitare un problema, il Sindaco ci ha detto della sabbia …
    Dott. PASSAFARO – Tutto risolto …

    GEAPRESS – Ma aprite martedì?
    Dott. PASSAFARO – Certo la prossima settimana, le dicevo, però, il personale è qualificato.

    GEAPRESS – Va bene vostro personale, inteso dell’amministratore comunale. Ma è possibile parlare con loro. Avere il loro nome.
    Dott. PASSAFARO – Venga a trovarci, con piacere …..

    GEAPRESS – Ma ora, possiamo parlargli, come si chiama il chimico, il biologo …
    Dott. Passafaro – Antonio, credo, non ricordo non ho appresso i numeri ma senz’altro posso …

    GEAPRESS – No va bene, crediamo a quello che dice lei, pensiamo abbiate avuto scrupolo ad individuarli.
    dott. PASSAFARO – Certo, hanno acquari, associazioni di acquariologia, curriculum fornitissimo, tutto a posto.

    GEAPRESS – Ma non si sono accorti della sabbia.
    Dott. PASSAFARO – No, nessun problema abbiamo subito provveduto. Ci venga a trovare con molto piacere.

    Il Sindaco Mancini è alla fine del suo secondo mandato. Non potrà pertanto ricandidarsi e come tale, da primo cittadino di Soverato, non potrà entrare nelle questioni economiche che riguarderanno la gestione degli acquari, ivi compresa l’assunzione di personale specializzato. Al di là delle note polemiche sul benessere degli animali, va precisato che tali strutture producono alti costi di gestione sopperiti, per la cattività acquatica italiana, con continui emolumenti pubblici. Lo stesso Acquario di Genova, a cui un po’ tutti fanno riferimento, è una struttura comunale solo gestita da Costa Edutainment. Non si è mai distaccato dalla soglia di un milioneduecentomila visitatori individuata da un suo Amministratore Delegato come soglia di rischio ed ha più volte necessitato di ingenti risorse pubbliche per far pronte ai costi di rinnovamento inderogabili a causa, soprattutto, della concorrenza di strutture molto simili fra loro.

    Soverato vive di turismo per pochi mesi l’anno. Resta poi sempre un bel luogo, ma con molta più calma. Pensare che l’acquario possa sostenersi sulle sue gambe e farsi promotore di masse di turisti (per altro del tipo mordi e fuggi, come nel caso degli acquari) appare, sinceramente, un po’ improbabile. Se ciò avverrà Mancini ne avrà i meriti, viceversa non sarà più lui il Sindaco.

    FONTE: GeaPress

    12 novembre 2010 – CORIGLIANO CALABRO (CS)
    Con la rete a strascico a distruggere la poseidonia.

    E’ passato poco più di un mese da quando è stata riaperta l’attività di pesca e già fioccano, numerose, le prime contravvenzioni. Ad intervenire la Guardia Costiera di Corigliano Calabro (CS), la quale nel corso di un intervento portato a termine sia da mezzi marittimi che di terra, ha provveduto a fermare quattro motopesca della locale marineria. Le imbarcazioni sono state sorprese a pescare con reti a strascico entro il miglio e mezzo dalla linea di costa. Avevano gettato in mare ben 160 metri di reti e provveduto ad issare circa trenta chili di pesce. In tutto sono state contestate ottomila euro di sanzione.

    La Capitaneria di Porto, sottolinea a questo proposito come le attività di pesca nei fondali del sottocosta pregiudicano gravemente la vita di organismi protetti. Tra questi quelli che vivono nelle praterie di poseidonia (divelte dalle reti a strascico) e specie bentoniche.

    La stessa Capitaneria, aveva tra l’altro nei giorni scorsi, sempre con un servizio congiunto di mezzi di terra e di mare, provveduto a fermare altri due motopesca di Cariati Marina. Ognuno di essi stava utilizzando una rete a strascico mentre il pescato recuperato ammontava a circa venti chilogrammi. Per i due proprietari, in tutto quattromila euro di sanzione.

    Fonte GEAPRESS

    PESCA CON LE RETI PROIBITE: La mappa dei porti italiani che ospitano le barche illegali.
    L'Italia vanta un primato, tra i paesi che si affacciano sul Mediterraneo: ha la flotta di pesca illegale più vasta del Sud Europa. Un mondo sommerso, non solo in termini marini: non si sa, non si parla e non si vede. In termini tecnici si chiama Pesca INN: illegale, non dichiarata e non documentata. Adesso, un dossier realizzato Lav, Legambiente e Marevivo, ne mette in luce tutti i "risultati", che rischiano di portare ancora più in basso la credibilità del nostro paese tra gli stati membri della Ue. Ogni anno, con la chiusura a ottobre della stagione di pesca del pescespada, riemerge con forza uno dei grandi mali della Pesca italiana: la diffusissima pratica dell'uso illegale delle reti derivanti, ovvero le spadare (messe al bando dalle Nazioni unite e dal 2002 in tutta l’Unione europea) e le  ferrettare, utilizzate spesso in modo illegale.

    La pesca illegale
    Attrezzi questi che comportano la cattura accidentale di diverse specie protette o a rischio come tartarughe, delfini, squali e balene. Una piaga ben documentata dagli organi di controllo, dalla Commissione europea e dalle stesse associazioni ambientaliste, con dati che permettono di avere una mappatura chiara del fenomeno: matricole, porto di registrazione, accesso ai finanziamenti pubblici, recidività nelle infrazioni, zone di pesca, tecniche per eludere i controlli. Eppure questa forma di illegalità non si attenua, con un 2010 ancora segnato da gravissimi casi di malapesca e ben 37 pescherecci sanzionati per uso illegale di reti derivanti solo nei primi sei mesi dell’anno. Si calcola che il volume d'affari della pesca illegale a livello mondiale possa essere superiore a 10 miliardi di euro, e l'Italia ci mette il suo importante contributo.

    LA MAPPA DEI PORTI "PIRATA" – Dal dossier emerge anche una vera e propria mappa dei porti italiani dove è maggiore la concentrazione di pescherecci che oparano illegalmente con le reti derivanti,  ai quali le associazioni ambientaliste hanno assegnato la “bandiera pirata”. Nel dossier si elencano tutte le barche sanzionate negli ultimi sei anni dalle Capitanerie di Porto: si tratta di circa 300 pescherecci, che hanno utilizzato illegalmente le reti derivanti, registrati principalmente nei porti di Ponza, Bagnara Calabra, Lipari, Porticello, Santa Maria La Scala. Questi scali ospitano oltre un terzo di tutta la flotta "pirata", ampiamente tollerata dalle autorità locali: eclatante il caso del comune di Acitrezza dove a giugno di quest’anno si è organizzata addirittura la “Sagra del Pescespada di San Giovanni” pescato dalle “storiche spadare trezzote”.

    I PESCHERECCI SANZIONATI – La maggior parte dei pescherecci riportati nella lista nera è stata sanzionata più volte, alcune a distanza di pochi giorni. La sanzione massima prevista è di soli 4.000 euro, la metà o ancor meno per chi patteggia; il sequestro delle reti, spesso non viene confermato dai giudici con conseguente restituzione delle stesse ai proprietari che riprendono a pescare illegalmente. L’unica misura davvero dissuasiva, contenuta in un Decreto Ministeriale del 1998,  prevede la sospensione dell’autorizzazione di pesca dai 3 ai 6 mesi ma non risulta sia mai  stata applicata e lo scorso ottobre  la Direzione Generale della Pesca del  Ministero dell’Agricoltura ne ha addirittura sconsigliato l’applicazione. Nonostante l’Italia sia stata già stata condannata dalla Corte Europea di Giustizia per il lassismo con il quale gestisce l’emergenza delle reti derivanti  illegali e la Commissione abbia imposto la  restituzione di 7.7 milioni di euro percepiti per la riconversione delle spadare verso altri sistemi di pesca meno distruttivi. Come segnala il dossier, circa 100 pescherecci che usufruirono di questi contributi hanno continuato ad usare le reti illegali.

    A RISCHIO GLI ECOSISTEMI MARINI – «Il ripristino della legalità nella pesca non solo è una condizione indispensabile per il recupero degli ecosistemi marini ma è anche un elemento imprescindibile per lo sviluppo di una pesca realmente sostenibile – hanno commentato Lav, Legambiente e Marevivo -. E’ nell’interesse della parte sana del settore garantire che chi viola le regole venga escluso dalle attività di pesca. Per questo l’applicazione delle nuove sanzioni previste dall’Unione Europea nei confronti di cittadini e pescherecci europei coinvolti nella pesca INN potrebbe costituire un serio deterrente alla pesca pirata». Per contrastare le violazioni, l’Unione Europea ha approvato un nuovo regolamento sulla Pesca INN entrato in vigore il 1 gennaio 2010. A differenza degli ultimi otto anni esistono oggi strumenti che consentono alla Commissione europea di intervenire sugli Stati membri inadempienti con tempi più rapidi e sicuramente più incisivi delle procedure di infrazione. In questo senso il Mediterraneo rappresenta dunque un importante banco di prova per la strategia dell’Unione sulla Pesca INN.

    Fonte: Corrieredellasera.it
    19 Novembre 2010

    certe notizie sono buone a sapersi ma sono demoralizzanti sopratutto sapere di seguesti  che non sono seguestri se ne vedono di tutti i colori

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